Quali sono le mascherine antivirus migliori? In giro se ne trovano praticamente di tutte le forme e i colori. Forse è proprio per questo che c’è ancora chi si chiede quale sia il modello più efficace e capace di garantire una protezione elevata. La confusione può essere generata anche dai nomi che vengono dati ai design, alcuni dei quali sono molto simili e basati su sigle di lettere e numeri.
Tra le opzioni disponibili sul mercato, una delle più indicate è quella che prevede di scegliere le mascherine FFP2, disponibili anche sul portale di e-commerce MaskHaze. La categoria denominata con la sigla FFP è considerata la migliore in assoluto, per le capacità di filtraggio molto elevate che coinvolgono anche virus e batteri. Cosa rende questo tipo di dispositivi così prestante e in che modo ciò può influire sulla trasmissione dei germi e, nello specifico, dei coronavirus come l’ormai tristemente famoso SARS-CoV-2, ovvero il responsabile della malattia chiamata Covid-19? Continua a leggere questa guida per scoprirlo!
Quali mascherine sono le più efficaci?
Se da una parte le campagne di vaccinazione non sono ancora terminate, dall’altra le notizie legate alla diffusione di nuove varianti di coronavirus non sono certo rassicuranti. Per questo motivo non sono in pochi, ad aver deciso di non abbassare la guardia e dunque di non abbandonare l’impiego di una mascherina antivirus.
Questo accessorio si è dimostrato indispensabile non solo per la salute pubblica, ma anche rispetto alla tutela familiare e personale. Proprio per questo alcune persone, soprattutto quelle più sensibili al tema, si preoccupano di proteggere se stesse e chi le circonda con i metodi più efficaci in assoluto, a cominciare dalla scelta della mascherina. Del resto l’Associazione medica degli Stati Uniti d’America ha pubblicato, già alcuni mesi fa, i risultati legati a uno studio in cui è stato analizzato non solo quale fosse l’uso corretto delle mascherine, ma anche quale modello fosse il più efficace nella prevenzione. Le analisi condotte, che hanno valso una menzione anche nel report di Malattie Infettive redatto dalla Università Cattolica di Roma, hanno preso in esame tutte le tipologie di mascherine monouso diffuse sul mercato.
Le opzioni presenti in commercio, per quanto riguarda le usa-e-getta, comprendono non solo le mascherine chirurgiche, ma anche quelle che sono caratterizzate da capacità filtranti ben definite e molto elevate, che valgono anche per chi le indossa. Seppur siano esteticamente simili, solitamente si indicano con delle sigle alfanumeriche, come la KN95, la FFP2 o la FFP3, e sono differenziate in questo modo:
- KN95: si tratta di un tipo di mascherina la cui certificazione è stata fatta secondo gli standard della Repubblica Popolare Cinese, imposti con il regolamento GB2626-2006. La capacità di filtraggio delle particelle dal diametro di 2,5 micron è superiore al 95%.
- FFP2: anche in questo caso la capacità di filtraggio è maggiore al 95%, parlando di particelle dal diametro non inferiore ai 2,5 micron. La differenza rispetto al modello precedente è legata alla procedura che certifica l’efficacia filtrante, che in questo caso è stabilita con la legge EN 149 del 2001, sancita dall’Unione Europea e aggiornata nel 2009.
- FFP3: come per tutti i dispositivi targati con FFP, siamo di fronte a un modello regolamentato dalle normative europee attraverso la legge EN 149. Ciò che cambia, rispetto al modello precedente, è la percentuale legata all’efficacia nel filtrare le microparticelle di 2,5 micron di diametro, che in questo caso supera il 98%. È proprio a causa di questo dato che le mascherine FFP3 sono considerate le più efficaci per prevenire il contagio da SARS-CoV-2.
Come indossare le mascherine antivirus monouso
C’è un aspetto in particolare, che è stato evidenziato dallo studio realizzato dall’Associazione medica degli Stati Uniti d’America, ovvero quello legato ai metodi migliori per assicurarsi di essere il più possibile protetti. Secondo le indagini, ciò che è emerso ha portato a sottolineare che è meglio indossare non una, ma bensì due mascherine usa-e-getta, l’una sovrapposta all’altra. Anche l’ordine non deve essere casuale e può, in realtà, giocare un ruolo fondamentale. Più in concreto, la prassi ideale è quella che prevede di indossare una mascherina chirurgica, a contatto diretto con il viso, per poi sovrapporvi una mascherina filtrante KN95, FFP2 o FFP3.
Questo procedimento è in grado di accrescere l’efficienza delle protezioni non soltanto perchè aumentano gli strati che si interpongono tra il naso e la bocca dei diversi individui. Il motivo principale, in realtà, è legato all’aderenza dei bordi delle mascherine, dal momento che quelle chirurgiche tendono a rimanere aperte sui lati, attorno al naso oppure ancora sotto il mento. Ciò è fisiologico e causato dal fatto che la fisionomia di ogni persona è peculiare e diversa da quelle delle altre, che possono differire in modo sensibile soprattutto per quanto concerne le proporzioni. Secondo quanto è stato osservato dallo studio, pare che la soluzione migliore, nonché la più semplice, per poter ovviare al problema riguarda la sovrapposizione di una mascherina dotata di filtro. Questo tipo di dispositivi, per sua natura, viene infatti disegnato per aderire meglio al volto, in particolare nelle zone del naso e della bocca, che si muovono spesso mentre si sta parlando.
Le mascherine di tessuto sono efficaci per prevenire il Covid-19?
Rispetto ai modelli di mascherine lavabili e riutilizzabili, è indubbio che i più diffusi siano quelli realizzati con il tessuto, che può essere di cotone o acrilico. Un’altra differenza riguarda l’eventuale presenza o assenza di più strati di stoffa. Questa tipologia di mascherina, in realtà, non è risultata efficace nei test, complice anche il fatto che bisogna lavarla dopo ogni impiego e che, in ogni caso, risulta difficile garantire la sua sterilizzazione completa. Ciò significa che non è possibile evitare al 100% la propagazione dei batteri e dei virus con i quali si può essere entrati in contatto, anche sul lungo periodo. Comunque va tenuto in considerazione che alcuni dispositivi sono omologati e per questo, sulle loro confezioni, è possibile che ci siano diverse indicazioni specifiche. Queste possono riguardare non soltanto in che modo vanno utilizzati e indossati, ma anche qual è la quantità di lavaggi che si possono effettuare prima di doverli cambiare in via definitiva.