La leggenda delle teste di moro è strettamente connessa con la terra sicula. La Sicilia, un’isola situata nel Mediterraneo, ha una storia ricca di influenze culturali dovute alle sue posizioni strategiche e alle diverse civiltà che l’hanno occupata nel corso dei secoli. Le tradizioni antiche e la cultura sicula sono un mix di elementi greci, romani, arabi, normanni, spagnoli e altri.
Si tratta dunque di una terra che nel corso dei secoli ha svolto il ruolo di calderone di molti popoli, raccogliendo (e fondendo) parole, tradizioni e pensieri per dare vita ad un patrimonio artistico e culturale unico nel suo genere.
Dovreste studiare anni per scalfire la superficie e iniziare ad approfondire tutto quello che c’è da sapere. Una tra le leggende che ho recentemente scoperto e che più mi ha affascinata è proprio la leggenda delle teste di moro.
Un’antica e affascinante leggenda Siciliana: le teste di moro
La leggenda delle “teste di Moro” affonda le sue radici nella storia della Sicilia. Si tratta di una leggenda secolare che narra di un episodio avvenuto durante la dominazione araba dell’isola, ossia verso il 1100. Tramandata di generazione in generazione è comunque giunta sino a noi e ancora oggi affascina moltissime persone. Anche grazie all’arte dei mastri artigiani che hanno saputo immortalare la leggenda dandole forma grazie alle preziose ceramiche di Caltagirone. Le teste di moro in ceramica sono infatti un modo per rendere più concreta e palpabile una leggenda molto ben radicata tra i siciliani. Acquistandole è possibile portare con sé un po’ di quella magia che parla di amore, ma anche di vendetta e rancore.
La leggenda delle teste di moro ha come protagonista un affascinante saraceno ed una giovane fanciulla siciliana.
Si narra infatti che a Palermo vivesse una giovane caduta preda dell’amore di un arabo giunto in terra sicula per un viaggio. La ragazza, perdutamente innamorata, venne inizialmente ricambiata dall’uomo che però, molto presto si rivelò essere un mascalzone.
Finito il fuoco fatuo dell’amore, lo straniero ammise infatti di avere già moglie e figli e di avere tutte le intenzioni di tornare quanto prima da loro.
La ragazza, profondamente umiliata e furibonda, carica di odio e gelosia, decise di uccidere il suo (ormai ex) amato tagliandogli la testa!
Non solo! Non si fermò a questo atroce gesto ma decise di rimarcarne ulteriormente il valore di vendetta mettendo la testa dell’uomo in un vaso in cui vi coltivò del basilico, tipica pianta mediterranea. A quanto pare, odio e vendetta sono un ottimo concime perché il basilico crebbe così verde e rigoglioso da attirare l’attenzione dei vicini di casa che decisero di far riprodurre dei vasi a forma di testa di moro per potervi piantare a loro volta piante e fiori.
È importante sottolineare che questa è una leggenda popolare e, come tale, potrebbe avere diverse varianti a seconda della zona in cui viene raccontata.
C’è addirittura chi ha notato degli elementi in comune con la storia di Lisabetta e Lorenzo raccontata nel Decameron.
Lisabetta da Messina e le Teste di Moro
La storia di Lisabetta da Messina narrata da Filomena nella celebre novella del Decameron di Boccaccio potrebbe avere a che fare con la leggenda delle teste di Moro. Vi è infatti chi trova un forte parallelismo tra la leggenda siciliana e le preziose pagine di letteratura italiana. Nella IV Giornata del Decameron si racconta infatti la vicenda di Lisabetta e Lorenzo. A quanto pare, i fratelli della giovane, dopo aver scoperto la relazione tra i due, decisero di uccidere brutalmente Lorenzo e seppellirne il cadavere in aperta campagna.
Tempo dopo, spinto da un moto di vero amore, Lorenzo apparve in sogno a Lisabetta e le indicò il suo luogo di sepoltura.
Per poter stare sempre accanto al suo amato Lisabetta corse al luogo di sepoltura e tagliò la testa a Lorenzo in modo da poterla mettere in un vaso. In quello stesso vaso piantò del basilico che venne dissetato da lacrime di vero amore.
Le analogie a suffragio di questa tesi non sono poche e, come in ogni favola d’amore, occorre un po’ di fede. Ma è così bello riuscire a credere nel vero amore che serve poco per lasciarsi coinvolgere, non trovate?